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Archivio per la categoria “Circolo GD Tarquinia”

09/03/13 Discorso tenuto in Direzione provinciale dei Giovani Democratici

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GIOVANI DEMOCRATICI DI VITERBO
Marzo 2013 ore 14.00
Discorso tenuto in Direzione provinciale dei Giovani Democratici
dal Resp. alle politiche Sociali e i Diritti Civili dei GD di Viterbo Marco Gentili.
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Care democratiche, cari democratici,

in alcune delle principali città italiane la realtà politica a subire il più consistente spostamento di voti verso il Movimento 5 Stelle siamo stati noi. Ciò si riscontra anche in un rapporto dell’Istituto Cattaneo che ha effettuato un’analisi dei flussi elettorali in alcune grandi città – Torino, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Reggio Calabria e Catania – operando un confronto fra le elezioni per la Camera dei deputati del 2008 e del 2013. Da un lato il comico Beppe Grillo è arrivato dove neanche lui si aspettava potesse arrivare, dall’altro Berlusconi si è liberato dalle bende ed è riuscito a dimostrare di non essere morto. Di ciò devono entrambi ringraziare Bersani, che li ha lasciati fare.

Il voto del 24 e 25 febbraio ha ottenuto come risultato l’ingovernabilità e ha generato uno scenario apocalittico di alleanze difficilmente superabile. Ora l’inizio dello spettacolo è nelle mani di Bersani che purtroppo ha un solo vantaggio: tutto da perdere e nulla da guadagnare. La mossa disperata potrebbe essere solo una: mostrare quel mix di carisma e tenacia che finora è mancato. Al di sopra di tutto ciò c’è la trepidante Unione Europea che aspetta risposte e che si preoccupa di come dagli esiti del voto italiano si possa dare riscontro alle richieste di austerità che provengono dalla stessa.

Nonostante i media ci dicano tutt’altro, dobbiamo abbandonare l’idea che Berlusconi sia tornato nel cuore degli Italiani, perché in realtà Berlusconi ha rimontato poco o nulla. I dati di questi giorni ci dicono che: 4 elettori su 5 non hanno votato Berlusconi, mentre nel 2008 erano solo 3 su 5. Dunque dove si è spostato quel 20% di elettori? Le risposte possono essere tre: si sono rifugiati nell’astensione, da Monti oppure da Grillo. Quest’ultimo, rubando voti anche a Bersani, ha potuto creare un “partito”, che poi tanto partito non è, in grado di competere con gli altri due. Così, mentre 5 anni fa a dividersi la torta erano solo due coalizioni maggiori, oggi se la devono dividere in tre: ecco perché nessuno si è imposto e siamo ad una situazione di stallo.

Dobbiamo meditare molto sugli errori fatti: anche se D’Alema non si è candidato e abbiamo, all’80%, rinnovato la nostra classe dirigente, siamo sempre succubi degli errori passati, tra i quali rientra sicuramente la mancanza di una legge sul conflitto di interessi e l’accordo di non belligeranza sulle televisioni fatto a suo tempo con Berlusconi. Le stesse che, con l’aggiunta di La7, hanno incrementato il Movimento 5 Stelle. Non si può poi non citare l’errore strategico di Napolitano e di Bersani di accettare il governo Monti per compiacere l’Unione Europea, anziché andare subito al voto e togliere di mezzo una volta per tutte il nano malefico.

Ci rimane sempre, da vent’anni a questa parte, la forte convinzione che essere di sinistra significhi essere per il sociale, multiculturali, anti-razzisti, pacifisti, rispettosi delle donne, dei diritti degli omosessuali e dell’ambiente. Non c’è dubbio che, se dovessi scegliermi un amico per mangiare una pizza fuori e fare quattro chiacchiere, mi sceglierei una persona con queste qualità. La politica deve scontrarsi con la rappresentanza di interessi concreti e con l’aggregazione del consenso, e con queste cose i dirigenti di sinistra sembra proprio che non vogliano sporcarsi le mani.

Della campagna elettorale di Bersani non si ricorda una sola proposta. Ciò non significa che non abbia detto niente: ma che non ha detto niente di forte o che rimanga impresso. E soprattutto non è riuscito a valutare le istanze della società civile, da cui è scaturito il fenomeno Grillo.

Eppure gli spunti non mancavano: dichiarare Berlusconi ineleggibile (in quanto concessionario pubblico) o proporre una dura riforma della giustizia sono solo due esempi. Inoltre si poteva aggiungere, in sede europea, un impegno deciso a spingere la BCE a farsi da garante dei debiti degli Stati. Non è vero che essere onesti e credibili significa sempre rinunciare a slogan efficaci e a temi forti. Bersani ha preferito puntare tutto sul solo tema dell’identità: “siamo di sinistra, basta questo”. Con la crisi che attanaglia a molta gente solo questo non è bastato.

Il Partito Democratico dovrebbe compiere una svolta chiara: non verso il centro come molti commentatori e lo stesso Renzi auspicano; ma una svolta a sinistra, che ridia voce a temi quali la questione morale, la laicità dello Stato, la difesa del potere d’acquisto dei lavoratori, i diritti, la Costituzione nata dalla Resistenza, la rete di protezione sociale.
Lasciare scoperto questo lato costerebbe al Partito Democratico un sorpasso del Movimento 5 Stelle a sinistra e la sua condanna definitiva all’irrilevanza politica. Come Giovani Democratici abbiamo commesso altri errori. Sono capitato su http://www.lavoce.info e una analisi dei risultati elettorali mette in luce un voto generazionale giovanile verso il partito dei grillini.

Alla Camera, quasi la metà dei giovani hanno votato Grillo. Il più rilevante spostamento di voto della storia elettorale italiana. Qualcosa non è andato bene nella gestione del timone del Partito dei Giovani Democratici e spero che il Segretario Nazionale dei Giovani Democratici si sia posto qualche domanda in autoanalisi. Tra l’altro, tra pochi giorni, venerdì 15 Marzo, entrerà in Parlamento e mi chiedo su quali basi di merito gestionale. Giusto perché in questi anni ha saputo aggregare i giovani italiani è stato candidato e inserito in lista dalla direzione nazionale del Pd in Sicilia orientale?

Detto questo, e concludo, auguro a Fausto Raciti un buon inizio di carriera come deputato anche se prossime sono le nuove elezioni a parer mio. A noi e a tutta la giovanile lasci il compito di eleggere un nuovo Segretario Nazionale dei Giovani Democratici con elezioni Primarie perché non è più tempo di congressi. Oggi ci facciamo promotori di un documento in cui chiediamo esplicitamente le dimissioni del Segretario, uno dei motivi che ci spinge a farlo è l’impossibilità di tenere un doppio incarico istituzionale. Accumulando forse anche due stipendi. Altra cosa, avanziamo una proposta chiara che gli onorevoli eletti alla Camera e al Senato del Partito Democratico convoglino un tesoretto ai GD per svolgere attività di partito concrete e ben strutturate sul territorio.

Del resto anche il Segretario Pier Luigi Bersani ha affermato durante un’intervista nel programma “Che tempo che fa” che è ora disponibile rivedere la legge sui finanziamenti ai partiti perché la politica deve avere una qualche forma di sostegno pubblico, altrimenti la fanno solo gli ottimati e i miliardari. Diamo spazio ai giovani. Siamo un Partito e non un movimento.

Grazie ancora,
Marco Gentili

Per un Partito Democratico credibile

Carissimi Democratici,
alla luce dei risultati ottenuti nella prima fase del congresso regionale del PD Lazio, con Enrico Gasbarra che ha ottenuto il 70,01% dei voti e accede così alle primarie del 12 Febbraio 2012, mi accingo insieme a voi ad una riflessione complessiva su questo quadro politico.

So che è stata resa nota la lista dei 22 candidati all’Assemblea Regionale PD in data 31 Gennaio 2012, lista che potrà essere votata non solo dagli iscritti ma da tutti i cittadini. Detto questo, passo a spiegare le varie situazioni che mi hanno spinto verso la decisione di entrare a far parte della lista “Democratici per Gasbarra” e spero di essere il più chiaro e sintetico possibile, per non togliere spazio alle considerazioni personali di ciascuno di voi telematici.

Ho iniziato a percorrere nuovamente nel 2012 la strada verso le regionali supportando con animo fiero il candidato Segretario al PD Marco Pacciotti che, come ben tutti sapete, ha raggiunto solo il 7,34% dei voti dei circoli, risultato dovuto ad una mancata copertura politica di rilievo e ad una azione ritardata rispetto a quanto messo in campo dagli altri candidati per arrivare a queste fasi congressuali.

Ciò non mi ha meravigliato dal momento che chiara era in me, pressappoco, la consapevolezza dell’esito appena descritto. Preso atto dei risultati, mentre mi stavo muovendo, non con poca difficoltà, per presentare una lista nella provincia di Viterbo a “Sinistra con Marco Pacciotti” sempre a supporto di Gasbarra, ho ricevuto una proposta da parte del collega Alessandro Dinelli per creare una lista che potesse dare di nuovo una rappresentanza solida alle diverse anime interne del Partito Democratico ma, allo stesso tempo, sostenere anche tutti i territori della provincia di Viterbo, al fine ulteriore di rispondere alle richieste di unità, modernizzazione e responsabilità che in questi mesi sono arrivate dai circoli.

Ho valutato con attenzione tale proposta e ho risposto affermativamente, nonostante, da buon laico, il retroscena politico di Gasbarra non mi entusiasma moltissimo. Le ragioni per cui mi candido nella lista unitaria sono le seguenti:

1) il fatto di rimanere in una maggioranza coesa mi permette di continuare a portare avanti le mie idee di Sinistra e a incidere sulla situazione sociale e territoriale locale che mi sta molto a cuore;
2) egoisticamente parlando, non mi arrendo al mio desiderio di fare politica come passione quotidiana e di sostenere i miei ideali come cittadino con la C maiuscola.

Quindi il mio aderire alla lista di Gasbarra è un modo per non rinunciare assolutamente ai miei valori politici anche se molto probabilmente potrei non figurare nelle classifiche alte della lista unitaria.

Lavorerò, come sempre, costantemente per non rassegnarmi ad una deriva improvvisata e calcolatrice della politica italiana. Voglio continuare a preservare il patrimonio della migliore sinistra liberale, democratica, radicale e laica. Voglio avere fiducia in alcune persone del centrosinistra che militano nel partito democratico e che, come me, hanno chiara l’idea di costruire la sostanza e non la forma.

È proprio con questo slogan, “la sostanza e non la forma”, che voglio rivolgermi a tutti voi amministratori e cittadini di Tarquinia affinchè domenica 12 febbraio 2012 presso la Sala Conferenze ISDER, dalle 8.00 alle 20.00, in questo rush finale, votino la lista “Democratici per Gasbarra” e coinvolgano in questo anche e soprattutto i cittadini.

Per un partito democratico sempre più coerente, credibile, capace di vincere e governare.

Grazie,
Marco Gentili

10/12/11 Discorso tenuto in Direzione provinciale dei Giovani Democratici

Una Direzione Democratica abastanza “atipica” dove, invece di apportare delle risposte in ambito politico ci si è scagliati, dopo l’apertura del Segretario provinciale Michele Bassanelli, del “futuro” Segretario Nazionale Andrea Baldini (Resp. dell’organizzazione dei GD) e di Sara Battisti Segretario regionale dei Giovani Democratici del Lazio, verso l’intervento di Gianni Ottaviani [QUI ALLEGATO] trasmessoci telematicamente per l’impossibilità a partecipare, causa esami universitari e letto in apertura del dibattito. Detto questo, non mi rimane che dirvi che le Primarie non si terranno ma si andrà a Congresso.

Segue discorso tenuto nella Direzione dei Giovani Democratici il 10 dicembre 2011.

GIOVANI DEMOCRATICI DI VITERBO
Dicembre 2011 ore 17,30
Discorso tenuto in Direzione provinciale dei Giovani Democratici
dal Resp. alle politiche Sociali e i Diritti Civili dei GD di Viterbo Marco Gentili.

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Cari Democratici e Democratiche,

buon pomeriggio a tutti!

Apprendo con grande dispiacere l’assenza di Fausto Raciti, anche se come mi pare di aver visto, qui sotto ha portato qualcuno e,  poi purtroppo, si è dato alla fuga, ma siccome non ho controprova sorvolo. Il  mio discorso è rivolto a lui e anche se non c’è lo faccio come se lui fosse presente, come se mi rivolgessi alla sua persona. Spero non sia offensivo nei confronti del suo presunto sostituto che saluto e a cui do il benvenuto.

Inizio col dire che da Sara attendo, come sa già, ancora una risposta all’e-mail che scrissi esattamente l’11 aprile 2011 a proposito della situazione grave e generale di immobilismo che già allora aveva intaccato la spinta politica propulsiva dei Giovani Democratici e spero che oggi possa o, meglio, possiate rispondere.

Per quanto riguarda te Fausto, come risaputo, è la prima volta che, correggimi se sbaglio, sei presente in questo palazzo della Federazione di Viterbo, per un appuntamento che è stato organizzato in vista del futuro Congresso dei Giovani Democratici.

In tre anni di mandato ricordo di averti ascoltato, insieme a tutti i giovani democratici, presenziando con piacere e voglia di contribuire politicamente ad un cambiamento costruttivo dei nostri tempi, alla Seconda Assemblea Nazionale dei Giovani Democratici e fu quella l’unica occasione in cui ti ho seguito con l’idea incoraggiante di abbracciare una nuova epoca intrisa di motivazione, di coraggio e di linee, come meglio dire, fattive.

Da allora, più di sapere che Fausto Raciti è il Segretario Nazionale dei Giovani Democratici, non ho saputo più nient’altro. Ho conosciuto dalla precedente Assemblea il tuo ruolo ed ero consapevole del compito che andavi a rappresentare politicamente ma, a parte questo, sei rimasto per me solo un emblema, solo una bandiera rappresentativa di una organizzazione che non ha realizzato un programma degno di tutelare la parte migliore di una generazione.

In questo lunghissimo periodo abbiamo tutti indistintamente appreso dalle tue parole, espresse in alcuni appuntamenti, l’inevitabile capitolare della politica del nostro Paese e abbiamo in tantissime occasioni, anche giustamente, evidenziato il fatto che i progetti dei Giovani Democratici non dovevano assolutamente appiattirsi sugli schemi interni del partito e che non dovevano rimanere estranei alla realtà in cui si nasce, si cresce e si vive, calata nella vita sociale e pubblica, vicina ai cittadini, alle cittadine e ai ragazzi del nostro tempo. Hai più volte esposto la difficoltà di gestire le dinamiche locali spesso complesse col dire poi che non erano però irrisolvibili.

Tutto ciò ti fa onore senza dubbio per la presa di coscienza di una realtà in crisi e che necessita di una lucida consapevolezza ma quello che non hai mai fatto è presentare sul tavolo un progetto politico e intellettuale che avrebbe dato un senso a questi tuoi tre anni di mandato.

Cosa risponderesti se ti rivolgessi le seguenti banali domande?: “Cosa hai fatto come Segretario dei Giovani Democratici” e “Quale è secondo te il ruolo di un Segretario”?, “Come hai concretizzato la capacità di intervento di cui ti sei fatto bandiera in qualche discorso che a fatica abbiamo seguito in appendice a qualche evento?”.

Mentre formuli le tue eventuali risposte, rivolgendomi con intensità e anche con rabbia a tutti i presenti, nonché anche a te, voglio assolutamente ribadire quanto segue: “c’era bisogno di aspettare Sanremo 2010 per inventarsi qualche cosa di programmatico dal Nazionale? Per cucire intorno ai giovani una cornice di visibilità? Senza averci detto e informati di nulla?”.

A questo punto, perché no! Potremmo proporre in questa sede di partecipare all’Isola dei Famosi oppure, che ne so, alla Talpa! Tanto a muoverci nel buio siamo abituati. Ragazzi, non posso non esprimermi diversamente, mi è rimasta soltanto la provocazione e me ne addoloro.

Abbiamo uno Statuto, abbiamo un organigramma, i giovani hanno una enorme opportunità di incidere con indirizzi politici seri e di arrivare molto lontano. La visibilità è un fattore che dobbiamo meritarci con l’organizzazione di un assetto a piramide che abbia il suo motore nell’attività politica dei giovani e il suo timone nella figura del Segretario Nazionale, fino ad oggi assente.

E’ palese, lo ripeto, che la giovanile in essere è molto distante da tutto quello che abbiamo appena menzionato. Questa non ha mai spiccato il volo e non si è mai veramente impegnata a darsi spinta alcuna per prefiggersi dei concreti obiettivi e darsi da fare con anima e corpo per raggiungere e realizzare una realtà circostante unita e compatta.

A tre anni dall’inizio di quella nuova fase politica che per molti avrebbe dovuto inaugurare il “secondo tempo” del Partito Democratico, io non ho preso atto di nessun cambiamento.

Vogliamo renderci conto che la giovanile racchiude in sé un tesoro prezioso, che la giovanile può essere e deve essere un laboratorio di idee guidato da persone che non siano ad un passo dalla soglia dei 30 anni e che, anche nel nostro territorio ha bisogno di essere rilanciato? Non possiamo continuare a tenerci attaccati al rimorchio del Partito Democratico nazionale o di quello viterbese. Siamo noi che, attivamente, dobbiamo aprirci una campagna innovativa che ci porti a cavalcare l’onda dell’innovazione.

Ci rendiamo conto che i temi da trattare sono tanti? Dal diritto ad un lavoro che tuteli un futuro che non sia a tempo determinato al diritto all’istruzione non ostacolato da tasse e percorsi burocratici che tolgono sostanza all’acquisizione di interessi che sono colonne di vita; penso altresì alla tutela Individuale del proprio corpo e delle proprie scelte, il caso di Lucio Magri morto in Svizzera, per esempio, è solo il caso più attuale. La Ricerca Scientifica e il tema Europa e alla possibilità di lottare perché la cittadinanza sia quella relativa ad un Europa unita, così come Spinelli, Einaudi ed altri la definivano nel loro famoso Manifesto di Ventotene.

L’iniziativa di RUN Tuscia, avvenuta martedì 15 novembre, presso l’Università degli Studi della Tuscia, è un esempio da perseguire sì. Rivolgendomi, però, per un istante anche a Michele Bassanelli, Segretario provinciale, gli consiglio che, prima di fissare iniziative del genere se ne discute al nostro interno perché, per come siamo messi non basta una Segreteria. Serve vedersi, prima, sul percorso da fare assieme e sulle campagne, poi si avvia un minimo di coinvolgimento, e da lì poi il successo della campagna è garantito.

I giovani, tornado al Manifesto di Ventotene del 1941, per un’Italia unita e federalista, dovrebbero sentire l’Europa come la propria patria di appartenenza e non essere fermati dai confini pesantemente burocratici che smorzano la loro capacità di andare oltre e di confrontarsi con realtà diverse solo per certi aspetti ma pur sempre europee.

Per tutti questi motivi che per ragioni di tempo non posso elencare ulteriormente sono qui oggi, come sempre. Porto nel cuore il valore e la dignità della democrazia che voglio condividere con tutti voi Giovani Democratici.

Sono  indignato, e voglio esprimere tutta la mia indignazione per la classe politica italiana, compresa la nostra, sensibilmente invecchiata, prevalentemente ammanicata, mancante di una sufficiente visione di insieme, debole in competenze e preoccupata più di conservare il proprio potere piuttosto che guidare il Paese verso percorsi di crescita e di sviluppo.

Non voglio, Fausto, rassegnarmi all’idea di avere visto commettere errori politici e amministrativi nella nostra organizzazione e né genuflettermi a scelte dettate e imposte dall’alto. Voglio scegliere di oppormi con convinzione di causa di fronte allo stallo dei dialoghi interni ed esterni.

A questa scelta politica, voglio fortemente lanciare un segnale di alternativa. Riuniamoci più volte, anche se lo statuto nazionale non prevede in maniera dettagliata questo. Decidiamo di vederci in maniera più costante per discutere sul da farsi, perché senza dialogo tra di noi non possono partire iniziative come quelle prima descritte.

Restituiamo anima ai nostri circoli, quelli apparentemente ancora attivi, ma che da qualche anno sono diventati contenitori chiusi e svuotati, volti all’autoconservazione delle oligarchie esistenti, refrattari a qualunque domanda di cambiamento e di democrazia interna.

Raccontiamoci in faccia gli errori del passato e da quelli imbastiamo una progettualità politica che può scavalcare l’ostacolo della crisi e che abbia la capacità emotiva  di comunicare coi piani alti ma dotati di buone orecchie della politica centrale. Facciamolo con il coordinamento di azioni pacifiche ma dimostrative di quanto valiamo e di che cosa vogliamo.

Una volta, Fausto, se ricordo bene, parlasti di capacità critica e di reinterpretazione dei cicli storici. Bene! È arrivato il momento di sfruttare queste abilità perché finora sono rimaste scatole vuote. Utilizziamo il nostro statuto e la nostra organizzazione e prepariamoci ad affrontare nuove primarie, dove questa volta siano vere e trasparenti.

Facciamolo ora per il nostro futuro, per il nostro presente!

Grazie ancora per l’ascolto,
Il vostro Responsabile alle politiche Sociali e i Diritti Civili dei Giovani Democratici della provincia di Viterbo,
Marco Gentili

Giovani Democratici: finisce oggi l’era Racitiana?

Mentre l’era di Berlusconi che ha prodotto tanti danni al Paese e ha profondamente danneggiato l’immagine dell’Italia all’estero si dice sia finita, oggi 21 novembre 2011, per chi non lo ricordasse ancora, finisce l’era dei Giovani Democratici, iniziata il 21 novembre 2008. Finiscono i tre anni di un mandato tenebroso ed ininfluente per il modo apatico con cui è stato gestito. Oggi finisce l’era del nostro Segretario nazionale, Fausto Raciti

Mesi fa, tuttavia, mi erano giunte voci del commissariamento ai ragazzi napoletani voluto attuare e imporre dal nostro Segretario nazionale dei Giovani Democratici, per una vicenda molto curiosa. I Giovani campani, sprovveduti di tessere, si sono rivolti come prassi a Pietro Grimaldi Segretario regionale dei Giovani Democratici, e preciso che era in Esecutivo Nazionale, il quale ha dato disposizione di non preoccuparsi per il tesseramento tanto da non concedere il materiale apposito. Suvvia, lo sapete tutti, il materiale è troppa roba per i Giovani Democratici.

I Ragazzi, però, si sono presi la briga di affidarsi all’uso di fotocopie in sostituzione dei moduli e del rilascio delle tessere, cui a fatto seguito l’ennesimo commissariamento. Ho perso il conto dei commissariamenti fatti in questi tre anni.

Il Segretario nazionale Raciti affermava:

«La commissione di garanzia nazionale ha verificato l’impossibilità di procedere all’approvazione dell’anagrafe di Napoli in quanto il numero di iscritti dichiarati supera di 500 unità i moduli regolari consegnati dai livelli superiori. Gravi irregolarità procedurali durante le operazioni di tesseramento che sono state avallate dal segretario locale. Prima tra tutte l’uso di fotocopie in sostituzione dei moduli e del rilascio della tessera. Per queste ragioni abbiamo nominato commissario Francesco Parisi».

Peccato che la commissione di garanzia nazionale dei Giovani Democratici, composta da 21 membri, sempre ammesso che si sia riunita, si è espressa sulla vicenda senza numero legale.

Ripeto, sempre che questa si sia riunita, cosa che vedendo i precedenti amministrativi della giovanile mi lascia un po’ perplesso, a deliberato solamente con 6 membri effettivi. Questo apparentemente è quanto indicato da uno dei componenti della suddetta commissione dei Giovani Democratici e, di cui al momento e per correttezza, mi riservo di indicarvi il nome.

Detto questo, però, volevo mettervi a conoscenza anche della e-mail che ho sentito necessità di recapitare al Segretario regionale dei Giovani Democratici del Lazio Sara Battisti, dopo la direzione tenuta il 08/04/11 e l’elogio delle Primarie della giovanile in Federazione PD di Viterbo. Sprovvista ancora di risposta.

[Clicca sopra l’immagine per ingrandirla]

Segue testo:

Alla gentile attenzione,
del Segretario regionale dei Giovani Democratici del Lazio
Sara Battisti

Cara Sara,
mi hai cortesemente chiesto una e-mail per comunicarti i molti interrogativi nel passato della giovanile del Partito Democratico, che per correttezza non ho voluto esporti venerdì sera, e ora con piacere cerco di riportarli alla tua attenzione.

In Direzione, tenuta lo scorso venerdì 8 aprile 2011 in Federazione PD di Viterbo, hai parlato delle Primarie dei Giovani Democratici che abbiamo realizzato e sulle quali, a differenza dei molti ragazzi nuovi presenti, sia il sottoscritto, il Segretario provinciale Michele Bassanelli e te sappiamo, o dovremo sapere come sono state realizzate. Ad oggi non c’è alcuna ufficializzazione riguardo lo spoglio dei voti e alcuna segnalazione in merito a quale sia stata la modalità adottata per la raccolta dei voti. In pratica nessuna ufficializzazione dall’Organizzazione del Partito Democratico.

L’immobilismo della Giovanile è più che mai evidente; non abbiamo mai avuto liquidità per le eventuali azioni politiche da svolgere sui territori solo perché qualcuno che, sfortunatamente, ancora ci amministra, aveva paura di chiedere un incontro formale sul tema. E’ brutto dirlo, ma non abbiamo mai avuto un Segretario nazionale dei Giovani Democratici che attraverso carisma, entusiasmo e la sua azione politica svolta potesse raffigurarci.

le Assemblee nazionali [prima e seconda], mai più svolte e le Direzioni nazionali richieste più volte ci hanno portato e traghettato verso una tempesta fatta di anonimità, rassegnazione e indignazione al brutto, al peggio, all’ineluttabilità dello sfacelo, a pochi mesi dalla scadenza del mandato di Fausto Raciti. Tant’è vero che anche il nuovo sito nazionale dei GD non è mai stato strutturato seguendo una logica, anche perché gli ultimi post risalgono al 2010.

Il successore di costui sarà veramente Andrea Baldini responsabile dell’organizzazione dei GD? Se sì, in che modo e con che modalità? E’ possibile pensare a un futuro, a un cambiamento? Io non penso che basti far dimettere Raciti, o la sua Segreteria. In primo perché avrebbero dovuto avere il coraggio di farlo subito, dopo l’assurda votazione avvenuta alla seconda Assemblea Nazionale dei Giovani Democratici.

Serve un nuovo Segretario, sì! Ma non serve un passaggio di testimone. Penso piuttosto che sia necessario ricostruire prima un humus sociale diverso per far crescere e formare un progetto alternativo di Giovanile, rispetto a quello che ci è stato proposto finora.

Sono convinto che questo progetto alternativo non debba essere “proposto”, ma semplicemente “imposto” da noi tutti. Per questo è necessario cambiare noi per primi cercando di fare sentire quella voce democratica che, nel bene o nel male ho sempre cercato di ascoltare. Credo dunque che sia una decisione che debba essere ricostruita tra tutti noi, tra quanti ci guardano e quanti semplicemente ascoltano. Prioritaria però è la necessità di nuove primarie, che molti vogliono osteggiare sin da ora. Curate e gestite, questa volta, dalla nostra Organizzazione. Prioritaria è la Democrazia. Prioritaria è la Politica, in questo paese. Interrogarsi nuovamente: cos’è successo in questi tre anni? In che Giovanile siamo?

Serve la prossimità del quotidiano, quella in cui ha modo davvero di esercitarsi l’essere politico di ciascuno di noi: nelle decisioni, nelle scelte e nelle azioni.

Nulla di meno astratto, nulla di più prossimo a noi. Ma l’identità tra aggettivo e sostantivo “giovane = Giovanile” vale ancor oggi come nel 2008 quando i Giovani Democratici stavano nascendo? O qualcosa di quel “giovane = Giovanile” si è perso per strada? La somma di tutte le singole amenità politiche spicciole che abbiamo subito giorno dopo giorno ha trasformato questa Giovanile in un meccanismo sempre più difficile da gestire e sopportare. Non è possibile che un organizzazione individuale e staccata dal Partito Democratico risponda sempre con un “forse” o un “domani vedremo”, per interessi di mora che moltiplicano giorno dopo giorno, con una risposta inutile quando non assente. No! Non è possibile cara Sara.

Bene, io ripeto che malgrado tutto ci sono ancora e ti faccio una proposta forse oscena. Ricominciamo a essere un qualcosa di democratico. La scelta scellerata e dittatoriale di tramandazione spudorata con il passaggio di ruolo, se permetti non la acconsento e non la acconsentirò mai. A costo di presentare una autocandidatura! Ricominciamo a operare per un bene comune. Per noi stessi e per quelli che ci staranno vicino di poltrona. Possiamo farlo tutti: operando delle scelte, mettendo in campo delle proposte, opponendoci quando bisogna opporsi e assentendo quando è giusto dire di sì.

E’ inutile e dannoso allontanarsi dalla politica, fosse anche come conoscenza critica. Ecco cosa vi propongo allora, da adesso alla fine del mandato di Raciti, proprio perché per un progetto simile io ci sono stato sempre, e voi?

Io non mi fermo. Non mi fermano le opposizioni politiche, interne o esterne. Non mi fermano le difficoltà e non mi ferma l’essere in pochi o in molti. Perché purtroppo sono innamorato sì, ma della democrazia!

Ribadendo queste osservazioni mi auguro di ricevere da te una risposta tempestiva e nel contempo la possibilità eventuale di rendere pubblica questa e-mail e la tua successiva risposta.

Davvero affettuosamente,
Marco Gentili

Ora che il mandato del nostro Segretario nazionale dei Giovani Democratici è giunto al termine, voi non pensate che invece di un semplicissimo Congresso ci sia bisogno di mettere mano a questi Giovani Democratici? Ai posteri ardua sentenza.

19/08/11 ~ Il merito deve essere sempre premiato! ~

Innanzitutto vi saluto cordialmente anche a nome del Consiglio Comunale dei Giovani, porgendo il mio sentito ringraziamento a tutti gli intervenuti e soprattutto ai veri protagonisti di questa premiazione: i vincitori di quest’anno.

Sotto l’Amministrazione Mazzola, grazie alla votazione unanime del Consiglio dei Giovani del 19/03/10 su mia proposta per i premi al merito, è stato possibile dar vita per il secondo anno consecutivo a questa iniziativa che ci vede fieri ed orgogliosi di premiare gli allievi Tarquiniesi che si sono distinti nel conseguimento della maturità nell’anno scolastico 2010/2011, rendendoci ancor più speranzosi ed ottimisti nei confronti della nuova generazione che spesso viene anche ingiustamente mortificata e troppo poco spesso gratificata, come ahimè ci insegna la disastrosa sperimentazione del Ministro Maria Stella Gelmini atta a mortificare la scuola più che premiare gli allievi e gli insegnanti che lavorano di più e meglio. A mio avviso va coltivata ed incentivata una cultura che prevede l’esortazione e la gratificazione degli studenti che superano brillantemente la maturità, ma dobbiamo prospettare loro un mondo del lavoro il più adeguato possibile.

I tagli lineari praticati nella Scuola Pubblica non consentono l’auspicata modernizzazione delle nostre “palestre di vita”.

Detto ciò chiudo qui il discorso perché credo sinceramente che in questo giorno di festa debba essere momentaneamente accantonata ogni polemica ed illazione per dedicarsi completamente alla premiazione di coloro che si sono distinti nella massa per i meritevoli risultati.

In ultimo desidero formulare ringraziamenti: a tutti i Dirigenti Scolastici e ai Docenti dei vari istituti per aver contribuito, con il Comune di Tarquinia, alla riuscita di questa consueta manifestazione. E, infine, rinnovo i più vivi complimenti ai premiati con l’augurio di sempre maggiori soddisfazioni per una vita degna di essere vissuta.

Marco Gentili.

Leggi anche l’articolo tratto dal Nuovo Corriere di Viterbo del 21/08/11 e guarda le foto dei premiati.

28/04/11 Il consigliere dei giovani Marco Gentili risponde al presidente Manuel Catini.

La replica alla nota del Presidente del Consiglio dei Giovani.

«Manuel Catini impari a rispettare i regolamenti dell’assemblea». Lo afferma il consigliere Marco Gentili in replica alle dichiarazioni del presidente del consiglio comunale dei giovani di Tarquinia. «Premetto che questa è l’ultima replica. – prosegue – Tuttavia vedo che, oltre a scrivere i regolamenti insieme al consigliere Marco Carra, Catini si ispira a lui, o perlomeno ne prende in prestito le parole. Nel consiglio comunale del 26 aprile, in risposta al mio discorso, il suo fedele collega ha esordito dandomi del fazioso. Ebbene io certi termini li andrei a ricontrollare sul dizionario. In merito alla mozione presentata, ho appreso dalle responsabili del CILO, il 27 aprile, che al protocollo era stata misteriosamente dispersa e, quindi, visto le mie richieste, ripresentata in tempo utile e come indicato. La scorsa estate (agosto), in una riunione avevo proposto attraverso il consigliere Alessandro Passamonti una mozione riguardante il decreto n. 56 dell’on. Renata Polverini, con il quale si determinava la chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Tarquinia ed il loro accorpamento con il reparto di ostetricia e ginecologia del nosocomio di Civitavecchia. Mozione protocollata sempre dal mio capogruppo Dario Brizzi che, non so se Catini ne sia a conoscenza, rappresenta tutti i membri della lista d’appartenenza. Quella mozione non fu più discussa e richiesta perché, forse, evidentemente non ritenuta degna d’importanza. Dal mese d’agosto si è arrivati al consiglio successivo, ovvero quello del 28 febbraio 2011, che si è svolto a mio giudizio illegalmente, perché senza comunicazione ufficiale redatta, protocollata e inviata ai consiglieri tramite la casella e-mail dell’ufficio Informagiovani. Converrai con me, spero, che da quegli uffici risultino molti errori grossolani e da tenere sotto stretta osservazione. Ho saputo, che la mia lista, senza darmi comunicazioni ha richiesto un nuovo consiglio eccezionale proprio per la mozione omessa da Catini. Mi dissocio da quanto deciso con il presidente del consiglio che, alle 15.28 del 27 aprile, mi ha inviato un messaggio chiedendomi le parole ribadite nell’ultima assemblea, mentre ero in piazza Montecitorio con l’associazione Luca Coscioni a manifestare in concomitanza con la ripresa del dibattito del ddl Calabrò “contro” il testamento biologico alla Camera dei Deputati. Catini dovrebbe però sapere che durante le assisi è previsto un verbalizzante. In ultimo visto che egli sa alla perfezione il suo regolamento, applichi anche l’articolo 6 che prevede: I membri del Consiglio dei Giovani cessano dalla loro carica per dimissioni o decadenza. […] La decadenza si verifica, inoltre, per l’assenza ingiustificata a 3 sedute consecutive. Faccio, infatti, notare che alla sua destra da tempo, a meno che la mia prospettiva non mi inganni, vedo sempre riproporsi reiteratamente solamente uno, due, tre o al massimo quattro consiglieri, comprendendo il consigliere Irene Piras che, preciso, appartiene alla lista La Bussola».

Il consigliere comunale dei giovani Marco Gentili

26/04/11 Lettera aperta del consigliere comunale dei giovani Marco Gentili al presidente Manuel Catini

Il consigliere comunale dei giovani di Tarquinia Marco Gentili scrive al presidente Manuel Catini. «Sono ormai stanco di vedere l’organismo apolitico gestito in questo modo. Nonostante lo scorso 6 aprile sia stata protocollata, sempre in nome dell’intera lista L’Alternativa, la mozione antinucleare e contraria all’ubicazione nel nostro territorio di centrali nucleari sempre dal nostro capogruppo Dario Brizzi non è stata da te portata all’ordine del giorno del consiglio comunale dei giovani, seppur ritirata personalmente da te. Forse perché il 19 aprile è arrivato da parte del Governo lo stop al Nucleare per paura di raggiungere il quorum del referendum previsto per il 12 e 13 giugno? O forse perché è tua consueta prassi? Proprio per questi dubbi ho effettuato il mio intervento nel  consiglio comunale aperto di Montalto di Castro che, pure, ha discusso sulla centrale nucleare. L’ottimismo, quello che solitamente ribadisce solamente a parole il primo ministro Silvio Berlusconi, questa volta lo rievoco anch’io, qui, per il nucleare. Nel merito: il primo comma della modifica presentata dal Governo dice: in attesa di ulteriori approfondimenti. E’ chiaro che è una sospensiva e non una bocciatura del piano nucleare così come richiesto nel quesito. Nel metodo poi, non c’è certezza che ci siano i tempi necessari per approvare in modo definitivo la norma, che il Quirinale la approvi così com’è, che sia pubblicata in Gazzetta e che la Cassazione si possa esprimere in tempo utile per il 12 giugno. Ebbene, io avrei voluto parlare della mozione presentata, confrontarmi, discutere ed eventualmente modificarla attraverso emendamenti, ma ho visto solamente la politica del fascino e della propaganda alla volemose tutti bene, per finta però. Non avendolo potuto fare ho preferito abbandonare l’assise sebbene gli altri siano rimasti per approvare l’iniziativa del “Carnevale Estivo”. Vi è stata ancora di più una tua inadempienza molto grave, direi gravissima: ovvero il non rispetto dell’articolo 7 del nostro regolamento che recita testuali parole: Le adunanze del Consiglio dei Giovani sono pubbliche. Per la discussione di argomenti di particolare importanza o per la definizione di orientamenti preliminari su temi di particolare interesse il Presidente, su proposta di almeno un terzo dei membri del Consiglio, convoca il Consiglio dei Giovani in seduta aperta all’intervento dei cittadini singoli e associati, rappresentanti di Enti pubblici e di organismi di partecipazione. Nelle adunanze di cui al presente comma è consentito l’intervento alla discussione degli invitati e del pubblico. Infine, ti comunico che se le cose non cambieranno io ho pronte, nel cassetto, le mie dimissioni da questo organismo che successivamente presenterò alle mani del mio capogruppo, perché a differenza tua, mi vergogno di restare a fare politica senza il rispetto delle regole e dei regolamenti».

Il consigliere comunale dei giovani Marco Gentili

Congresso di Circolo PD Tarquinia

25 Novembre 2010,
nella sede ISDER, Alberata Dante Alighieri,
Via Mazzini 18/22

 

Care Democratici e Democratiche,

prima che cominciate a riflettere, vi voglio puntualizzare alcune cose.

Lunedì 8 novembre 2010 ero venuto al Direttivo del nostro Partito con entusiasmo Democratico e politico, come sempre del resto. Ma ho sentito solo spiegazioni sulle regole dei Congressi: territoriale e provinciale. Un po’ come quando si leggono le regole del monòpoli, dove tutti sanno già giocare, ma per paura dei futuri  imprevisti si rileggono. Eravamo con i dadi in mano e con la paura fottuta di fare un discorso politico per trovare dei probabili candidati. Eravamo tutti fermi a pescare il calcolo delle probabilità per le liste; Uomo – Donna – Uomo – Donna.

Un bel gioco. Che oltre a lanciare un messaggio di solidarietà, proprio perché è un gioco ci si può permettere di ridere ed inoltre necessita di strategia per decidere cosa costruire: case o alberghi. Personalmente,  preferisco gli alberghi perché sono più democratici.

Dentro la Sezione di Tarquinia, guardando molto approfonditamente vediamo il Parco della Vittoria che si mangia Vicolo corto e Vicolo stretto. Dentro il PD di Tarquinia non voglio più guardare a, lasciatemelo dire qui: solo mediazioni o compromessi democristiani e negoziati socialisti. Il nome che  credevo si potesse fare nel nuovo Direttivo che si era stabilito di fare il lunedì successivo, 15 novembre, almeno a parole se non ricordo male e non ha mai avuto luogo, sarebbe stato un nome concordato dopo una pacata discussione politica tendente ad inaugurare un percorso politico finalizzato e motivato soltanto al benessere dei cittadini.

Con ciò voglio rimarcare il metodo con cui si è arrivati al Congresso PD di Tarquinia: la scelta, sempre a mio avviso, doveva essere imparziale, tenendo conto perlomeno di tutti i tesserati; invece sembra esser fatta solo per ripicca e a nome di qualcun’altro.

Spero che la candidatura a Segretario territoriale possa essere al servizio della politica e del PD di Tarquinia, senza terzi fini, e per il proseguimento dell’amministrazione Mazzola, a cui almeno qui dentro voglio augurarmi che tutti aspiriamo.

Sto seguendo i dati del Congresso provinciale giorno dopo giorno. E la sapete una cosa? Dalle ultime Primarie Nazionali c’è stato un calo vertiginoso dei voti. Questo comporta indubbiamente anche un calo dei tesserati.

Detto questo: mai quanto oggi c’è bisogno di personalità dal netto profilo morale il cui impegno stia sotto il segno della “gratuità” e del servizio alla comunità. Mai come oggi è necessario che i partiti e la politica siano aperti alla società e permeabili ai problemi che la attraversano. Eccovi spiegato il mio ed il nostro supporto alla figura di Alessandro Dinelli a Segretario provinciale. La sua candidatura, secondo me, può intercettare il voto dei nostri elettori delusi riducendo il rischio che vada a rafforzare grillismo e astensionismo. Due pericoli che incombono sui partiti, PD compreso, qui come altrove.

Per tutte queste ragioni lo considero e invito voi a considerarlo come me una vera risorsa per il Partito Democratico di Tarquinia. Tuttavia, oggi siamo anche chiamati a esprimerci sull’intero percorso. Quando si parte è fondamentale avere ben chiaro un traguardo: il nostro è vincere queste e le prossime elezioni amministrative anche in termini di consenso elettorale del PD.

Infine, fatta la mia premessa, come in un lancio casuale di dadi, girati e voltati i dati, mi preme tornare sul tema del Congresso provinciale: mi è venuto da sorridere l’8 novembre quando Daniele Ricci, affermando di non sostenere la candidatura di Alessandro Dinelli, parlò delle scorse “Primarie Bulgare”. Sempre secondo la mia opinabile visione, qui da noi, in realtà, chi punterà a fare nuovamente il “Bulgaro” sul proprio territorio tiene conto proprio delle ex-mozioni e non di un candidato a Segretario provinciale nostrano; tiene conto poi di un porta a porta fatto sotto Congresso il cui fine è solo quello di farci vedere ulteriormente ridicoli agli occhi della gente. Sinceramente, per me, esistono strumenti migliori del suono di un campanello. Ad esempio: i Referendum Interni e le Doparie, ma peccato che la ex-mozione di Bersani e quella di Egidi, attualmente in voga nella Tuscia non le hanno mai nominate, citate e regolamentate. Esistono, appunto, istituzioni di sistemi di consultazione su temi specifici dell’opinione degli iscritti e degli elettori sia a livello locale che nazionale. Le tematiche su cui un certo Dinelli candidato a Segretario provinciale con la lista RiGenerazione Democratica punta, sono: togliere i doppi incarichi PD in provincia di Viterbo; creare un Partito Democratico quotidianamente attivo che vive i problemi dei cittadini; rigenerare un Partito che non deve presentarsi solo con le vesti della burocrazia ma che deve essere soprattutto pensiero riformatore;  guidare un Partito che sappia abbattere le frontiere economiche imposte ed avviare transizioni economiche nuove basate sullo sviluppo delle energie rinnovabili; riorganizzare la struttura del Partito in modo tale che siano i cittadini a scegliere da chi farsi rappresentare e non viceversa; rinnovare il processo di comunicazione, ormai vittima di un potere mediatico dal carattere pressante e ripetitivo. Un Partito, lo ripeto, che adotti i Referendum Interni e le Doparie.

Un Partito laico consapevole di essere l’unico capace di poter garantire i lavoratori in questa lunga crisi. Un Partito convinto che l’elezione di un nostro rappresentante può essere un valido supporto allo sviluppo del nostro territorio ed alla gestione dei problemi derivanti dalla recessione economica in atto. Il ricorso alla cassa integrazione si moltiplica. Il centrodestra provinciale  tuttavia, non sembra mostrare sensibilità nei confronti di queste persone. In questa situazione solo una forza come il Partito Democratico può offrire le necessarie garanzie per evitare effetti drammatici sul piano sociale. Leviamoci dalla mente Futuro e Libertà, casa a Monte Carlo, Bunga Bunga, Fini e company.

Il centrodestra lucra sulle spalle di giovani in disperata ricerca di occupazione, illudendoli con la fantomatica promessa di un posto di lavoro e rivitalizzando nel sistema politico provinciale la patologica pratica del “voto di scambio”. Noi dobbiamo rilanciare l’economia del territorio dando vita ad una task-force per gestire le crisi aziendali e favorendo lo sviluppo e la capacità competitiva delle imprese con misure adeguate, come la riduzione della fiscalità e la modernizzazione delle infrastrutture.

Appurato questo voglio riportarvi alcuni dati estratti dal documento dei Giovani Democratici Provinciali redatto assieme in vista di tutti i Congressi dei Circoli. Se nel 2009 – dati Cgil – nella nostra regione si sono persi 8000 posti di lavoro e i provvedimenti di CIG (cassa integrazione guadagni) sono stati 79.756, ben 4.958 di questi sono stati presi nella provincia di Viterbo. Ad aggravare la situazione del nostro territorio è la scarsissima partecipazione giovanile al mercato del lavoro che vede la Provincia ultima su tutto il territorio regionale con un tasso di attività che non supera il 19.9% (dato aggiornato alla fine del 2007). Nel 2009 il tasso di sviluppo delle imprese industriali del viterbese è risultato pari al meno 2,7%. Attività ed imprese sono state maggiormente influenzate da una bassa richiesta e da un consistente ritardo dei pagamenti da parte dei committenti. Lo scenario dipinto dai dati sopra elencati non è certo dei più rosei, ma vede, per il nostro territorio, la crisi propagarsi in ogni settore: da quello manifatturiero, a quello industriale, dal settore del terziario a quello del turismo.

La provincia di Viterbo può diventare per noi il laboratorio di partenza, dove sperimentare ciò in cui crediamo perché il nostro territorio è ricco di potenzialità di cui forse non ci rendiamo ancora conto. E’ necessario compiere una vera e propria rivoluzione e transitare finalmente in un modello di “terza rivoluzione industriale”, che possa fare perno sui sistemi di energia rinnovabile e dar vita ad un progetto Tuscia che possa ridistribuire la ricchezza a tutta la popolazione territoriale. La provincia di Viterbo può e deve essere un laboratorio di innovazione in questa direzione.

Io sostengo Dinelli per creare un gruppo unito, forte e coeso, superando le vecchie logiche di appartenenza; e se tutto questo andrà in porto, faremo in modo che il Partito risponda in modo propositivo ai problemi concreti del territorio e alle esigenze della cittadinanza locale, ponendo le future basi per sicure linee di sviluppo del Comprensorio.

Solo se saremo animati da questo profondo senso di coesione, se proseguiremo nella strada del coinvolgimento delle persone, se riusciremo a cogliere le istanze della popolazione e l´apporto costruttivo di molteplici soggetti, sarà possibile determinare la condizione per il successo strategico della proposta che stiamo tentando di presentarvi.

Arrivato alla conclusione di questo mio intervento, mi permetto di prendere in prestito da Alessandro una frase che mi è rimasta in mente e che credo possa colpire le coscienze di tutti noi: il Partito democratico deve ritornare ad essere il Partito che: “Non conta le teste, ma che conta sulle teste”. Credendo che ciò possa esprimere il senso del nostro agire, senza ulteriori aggiunte vi porgo i miei più cordiali saluti.

Democraticamente,

Marco Gentili

Per il PD – Verso il Congresso Provinciale e dei Circoli

“Siamo per un Partito democratico unito e forte, siamo per un Partito democratico che vuole tornare a governare Roma, siamo per un Partito democratico dove contano le persone e non le tessere, siamo per un Partito democratico che discute, si confronta e decide.
Per questo, in vista dei Congressi dei Circoli vogliamo aprire un dibattito vero, non sulle persone ma sui programmi per questa città. E vogliamo confrontarci con tutti, al di là delle mozioni che non possono essere contenitori statici, cristallizzati.

 Martedì, al teatro Centrale di via Celsa n°6, ore 17.00

 Cominciamo questa discussione partendo da un documento che abbiamo scritto insieme e che vuole essere il nostro contributo per un congresso vero”.

Ileana Argentin, Francesco Ascioti, Antonella Cantaro, Mauro Calamante, Giovanni Carapella, Michele Cardulli, Alessio Cecera, Michele Civita, Claudio Catania, Ivana Della Portella, Sergio Gaudio, Luigi Telesca, Francesco Galli, Stefania Giusti, Marco Pacciotti, Maurizio Veloccia, Alessandro Ferrari, Alfredo Capuano, Alfredo Ferrante, Marina Nezi, Antonio Mallamo, Fabrizio Mossino, Maria Rosario Lomaco, Mario Olmeda, Flavia Leuci, Maria Grazia Passuello, Gianluca Maurizi, Massimo Pompili, Lorenzo Sornaga, Anita Matteucci, Luigina Chirizzi, Arianna Vannozzi, Pino Pungitore, Francesco Siciliano, Marta Leonori, Vanni Piccolo, Nicola Galloro, Francesco Maddalena, Vincenzo Pasculli, Aldo Giuliani, Serenella Ranucci, Andrea Severi, Marco Tolli, Michele Meta, Ignazio Marino.

(L’elenco è in continuo aggiornamento)
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Martedì 26 prossimo venturo alle ore 17.00 sarò al teatro Centrale di via Celsa. Mi sono letto tutti i documenti e sono sempre più convinto che il nostro Partito Democratico sia in seria crisi di identità, senza una sintesi, senza mete specifiche e senza risposte. Altrsì senza il rapporto diretto interno. Vi racconto una storia presente nel Circolo di Tarquinia: come saprete sono stato eletto, con 104 voti, Consigliere PD nell’Università Agraria di Tarquinia. In una tornata elettorale si ha il dovere (secondo molti) di fare alleanze. Benissimo. Le nostre alleanze sono state fatte anche con una lista (civica?) denominata Idea e Sviluppo. La quale era composta da una scissione del partito dell’Udc e vari nomi iscritti al Partito Democratico. Questo giochetto, a mio avviso, diabolico ha causato e tutt’ora causa squilibrio politico, ancor prima di quello elettorale, che ci vede alla rincorsa solo di posti di potere, calpestando ed omettendo del tutto lo spirito del Partito Democratico. Eccola, nel piccolo, la crisi identitaria di un Partito che si prefigge il compito di Governare. Ecco la biforcazione perversa che impregna da tempo i muri del Circolo di Tarquinia. Ecco perchè sarò al Teatro Centrale e non al Direttivo PD di Tarquinia di domani, ed ecco perchè sono sempre più convinto della ex-mozione Marino con cui ho ottenuto la delega all’Assemblea Regionale. Credo fermamente che, arrivati a questo punto, sia necessario un profondo esame dei fatti e delle coscienze per effettuare il prima possibile una scelta precisa e coerente, basata e supportata da ideali definiti e saldi per i quali dobbiamo essere pronti a schierarci e combattere il Berlusconismo dilagante. A breve avremo il Congresso provinciale su cui, nei prossimi giorni tornerò a scrivere e i Congressi dei Circoli, compreso il mio, dove il Segretario si è dimesso. Tuttavia, il nome che circola risulta (da più voci) essere dettato da un entusiasmante rinnovamento. Non vorrei che però questo cambiamento si riveli ambiguo e proprio per questo, dato che mi preme sottolineare che c’è bisogno di un serio ribaltamento, credo più che opportuno proporre il nome di una donna intelligente, brillante, presente enon pretenziosa come Eleonora Santori che probabilmente, vista la sua assenza dell’ultimo periodo e la sua indiscussa modestia, sarà riluttante nell’accettare questo ruolo. Ma proprio per questo la ritengo ancor più idonea a ricoprire questa carica: sono certo che sia una garanzia del fatto che ogni azione sarà svolta solo ed unicamente con la convinzione e la motivazione di chi crede in ciò che fa senza secondi fini. Credo che questo la renda una persona valida e fondamentale piuttosto che cedere il passo a qualcuno che anela a ricoprire questo ruolo solo per facciata ma con un secondo fine. In conclusione, se lei non dovesse accettare tale incarico, con il mio profondo dispiacere, sostengo che forse, a due anni dalle elezioni comunali, sia più che lecito pensare ad una figura adulta, con un’esperienza pregressa che certamente la rende più saggia ed idonea per questo impegno.

Riassumendo:
Documento generale – Scarica il Documento generale in pdf
Scheda lavoro – Scarica la Scheda sul lavoro in pdf
Scheda mobilità – Scarica la Scheda sulla mobilità in pdf

Assemblea varesina – quelle altre cose lì

All’Assemblea varesina del Partito Democratico il Segretario nazionale ha liquidato tre temi con un’espressione davvero singolare: di quelle altre cose lì si occuperà l’Assemblea di Napoli”. I temi, manco a dirlo, sono i più scomodi per il Partito Democratico e per Bersani: unioni civili, nucleare e testamento biologico. Tutto era nato da tre ordini del giorno che trattavano questi temi e che erano stati ritirati su esplicita richiesta del presidente dell’assemblea e del partito Rosy Bindi che aveva garantito che il Segretario li avrebbe trattati al momento della replica conclusiva dell’incontro. Come detto il Segretario li ha trattati: definendoli “quelle altre cose lì“.

Due giorni di “discussioni” e di interventi, alla fine dei quali il PD pare essersi ritrovato e riunito, a detta di molti. A chiudere l’incontro è stato, appunto, l’atteso intervento del segretario Bersani che rivolgendosi alle forze di opposizione senza usare mezzi termini, le ha riportate, ancora una volta, all’osservazione e all’analisi delle loro responsabilità e priorità attuali, che non sono di certo “quelle altre cose lì“.

Via.. “Pronti a un governo di transizione che cambi la legge elettorale”. Il punto centrale su cui si sofferma il Segretario è il richiamo a tutte le forze dell’Opposizione a un’unione in nome della democrazia, per creare un governo di transizione che dia la possibilità di andare alle elezioni rispettando la costituzione e i diritti dei cittadini, e per difendere il paese da una nuova fase del Berlusconismo.

Poi ci si incontra e come amici fraterni si parla in due e stranamente non si parla dell’Udc e di Casini. O meglio il giornalista se lo scorda. Meglio!

Peccato  che però il mio Sindaco (PD), non ha ancora calendarizzato la mia proposta di Delibera sul Testamento Biologico presentata in Consiglio Comunale dei Giovani il 18 Novembre del 2009. Effettivamente la sua posizione ambigua e la morte di Carlo Chenis (Vescovo di Tarquinia), pace all’anima sua, hanno oscurato la questione. Sarebbe stato più opportuno che il Sindaco di Tarquinia telefonasse a Bersani per sapere quale fosse la linea del partito. Forse dopo l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico che si farà nella città di Pulcinella e del babà, sarà nuovamente tirata fuori e messa a votazione.

Bersani cassa certi temi, forse, perché non li conosce o perché, sempre forse, non li ritiene importanti esattamente come fa una fetta della sua “base”. Se può evita di parlarne perché sa che chi lo sta a sentire pensa che i temi i etici siano una rottura di scatole e lo pensano non solo i cattolici del PD ma anche gli ex diessini. A sentire certi discorsi si ha l’impressione che se Bersani o chi per lui parlasse di diritti civili sarebbe come se parlasse di borsa ad una riunione di apicultori: magari qualcuno ha qualche azione ma gli altri, tutti gli altri, non sanno nemmeno di cosa si tratti visto che la borsa non fa il miele.

Resta il fatto che da semplice Delegato all’Assemblea Regionale  potrò solo vedermi la prossima diretta via streaming di Youdem.TV e sperare che si parli, si discuta e ci si confronti perché, ahimè non potrò presentare alcunché.

Detto questo, dopo aver inviato via e-mail e in forma cartacea la lettera al Segretario chiedendo il Suo aiuto e quello del responsabile all’Organizzazione, Nino Stumpo, che sollecitato più volte non ci ha mai fornito risposte precise sull’Art.28, o meglio non ce le ha mai date, metto la sua immagine di recezione e-mail  anche sul mio Blog.

[Clicca sopra l’immagine per leggere]

[DOCUMENTO REDATTO SULLA DOPARIA PER UNA NUOVA LEGGE 40

Amici, collaboratori e colleghi interessati e sensibili a questi temi, vi chiedo la cortesia di scrivere anhe voi a Pierluigi Bersani

Al Segretario del Partito Democratico,
On. Pierluigi Bersani
E-mail: bersani_p@camera.it

S E D E

Via Sant’Andrea delle Fratte, n.16,
00187 – Roma

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